Già da un pò ne parlavamo: un lungo periodo di tempo a disposizione per un bel viaggio "on the road". Nessuna prenotazione eccetto la prima notte, solo un percorso abbozzato, fortemente modificabile durante il viaggio, in base ai nostri gusti e alle nostre esigenze sul momento; abbiamo messo a punto solo la moto prima di partire, un'Electra Glide dell'Harley Davidson, caricata del minimo indispensabile per la "sopravvivenza". E finalmente arriva Giugno, si parte!!
(Avendo scorrazzato per la penisola Iberica parecchio tempo -Giugno/Luglio 2017- e visto tantissime cose, cercerò di descrivere in modo più
breve possibile, anche se non tutte, la maggior parte delle località che abbiamo visitato)
Partiamo da Livorno alle 4 di mattina carichi di entusiasmo e in un giorno ci siamo fatti circa 1000 km; abbiamo attraversato la Francia costeggiando la sua riva mediterranea et voilà... nel tardo pomeriggio, esaltati ma stanchi, eccoci in Spagna, più precisamente eccoci a Tossa de Mar!! Inutile dire che rimaniamo subito affascinati dall'atmosfera Spagnola, anzi della Catalogna; Tossa è un bellissimo borgo medievale incastonato tra calette e scogliere, macchia mediterranea e mare... L'accoglienza è caldissima, in tutti i sensi! Oltre all' elevata temperatura, le persone sono tutte gentili e allegre, c'è aria di festa e l'atmosfera è gioiosa... è un posto squisito, come la sua cucina catalana, squisita!
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Proseguiamo la costa orientale della Spagna fino ad Elx, cittadina che sorge lungo il fiume Vinalopò e che sembra un'oasi nel deserto. Qui è il più grande palmeto d'Europa, veramente spettacolare (dichiarato dell'Unesco patrimonio dell'umanità) e iniziano ad essere presenti molte strutture di origine araba.. tutto ciò traghetta la nostra fantasia e si respira una calda e dolce atmosfera orientale.
Affascinati da questa cittadina che lasciamo a malincuore, iniziamo a scendere nel profondo sud della Spagna, inoltrandoci nell'Andalusia che ci rapirà il cuore. Non proseguiamo lungo la costa mediterranea, ma ci avventuriamo nel deserto, lo spettacolare Desierto de Tabernas!! Arido e roccioso, uno spettacolo da attraversare in moto. Non penso sia un posto per tutti, ma è una sensazione particolarissima; l'occhio viaggia per ampissimi spazi dalle caratteristiche quasi lunari, la strada che sembra in mezzo al nulla attraversa canyon silenziosi e desolati, sole a picco che raggiunge temperature per noi veramente alte e un venticello che trasporta rotoli di vegetazione secca... surreale e mozzafiato!
Visitiamo Sorbas e Tabernas, due paesi nel deserto, particolarissimi e carinissimi, sembra di essere in un altro mondo, ma evitiamo i parchi tematici western riferiti a Sergio Leone e ai suoi film girati appunto in questo deserto.
Visitiamo Sorbas e Tabernas, due paesi nel deserto, particolarissimi e carinissimi, sembra di essere in un altro mondo, ma evitiamo i parchi tematici western riferiti a Sergio Leone e ai suoi film girati appunto in questo deserto.
Dalla magia di Granada proseguiamo nella spettacolare Andalusia facendo tappa a Ronda, arroccata su uno sperone roccioso alto 200metri spaccato a strapiombo in mezzo che divide la città in due parti, unite da uno scenografico ponte del 1700. Qui è tutto conservato benissimo ed è presente anche la corrida più antica della Spagna (anche se io personalmente non apprezzo la corrida e l'uccisione del toro). Meno nota è la casa del Re Moro, un edificio affacciato sulla gola profonda che divide Ronda in cui sono presenti giardini terrazzati di diversi livelli e una miniera scavata nella roccia fino in fondo alla forra che doveva essere un passaggio "segreto" per il re nero in caso di guerra e fuga. Indescrivibile.
Proseguendo in questa bellissima terra arriviamo alla britannica Gibilterra, che però non ci colpisce molto a parte lo sperone di roccia alto più di 400 metri che si erge sullo stretto, mentre ci conquista Tarifa, talmente vicina all'Africa che sembra di poterla toccare con una mano. Qui ovviamente l'influenza araba è ancora più evidente se possibile e il vento costante di questo paese increspa le acque del Mediterraneo e dell'Atlantico, essendo la sua punta bagnata da entrambi i mari. Un punto di confine che ci invoglia a proseguire per il ventoso Portogallo, passando da Cadice, Siviglia e Huelva dopo una brevissima sosta a Chiclana de la Frontera, troppo turistica per essere raccontata. Ecco finalmente entriamo in Portogallo e passiamo dai 47 gradi della Spagna, ai 14 del ventoso Portogallo, la cui prima sosta è Algarve e la sua Praia de Benagil, con incredibili pareti rocciose erose e scolpite dall'oceano che formano grotte e sculture naturali incredibili.
Purtroppo il caos regna sovrano grazie al solito turismo di massa, così ci spostiamo a Sagres, punta occidentale del sud del Portogallo. Il territorio di Sagres è un grande tavolato quasi disabitato e senza vegetazione che termina nell'Oceano con pareti rocciose a strapiombo; questo promontorio che si allunga sull' Atlantico dona un senso di vastità e solitudine e il paesaggio è impressionante, soprattutto nei pressi della Fortaleza e del Cabo de Sao Vincente. Per adesso il Portogallo ci piace un sacco, se non fosse per le strade (30 km - 1h e mezza) e proseguiamo per Lisbona, dove ci catturerà Sintra la città dei misteri. Ci fermiamo parecchio qui e solo qui ci rendiamo veramente conto che il viaggio è andato oltre le nostre immaginazioni e aspettative.
Sintra è la fusione perfetta tra natura e monumenti magnifici, Sintra è di una bellezza estrema, è inimmaginabile, va vista. E' un mondo magico, una realtà a sè, un concentrato di storie e monumenti nascosti e misteriosi, dove tutto sembra celato e di un'altra dimensione, ma tutto è raggiungibile anche se a fatica. Ci sono veramente tantissime cose da vedere in questo paesino che a prima vista sembra addirittura abbandonato in alcune zone. Sintra è quasi un percorso interiore e archetipico, come la sua Quinta de Regaleira, è la meraviglia della scoperta di realtà fiabesche come il suo Palacio da Pena, è un soffio di calde atmosfere arabe alla "mille e una notte" come il Castelo dos Mouros, è riscoperta di simbiosi tra natura e uomo con i suoi giardini e la sua Quinta de Monserrate, è magnificenza e regalità delle strutture umane come il Palacio Nacional... Sintra indubbiamente è stata una delle tappe più belle di questo viaggio e tra le cose più affascinanti che ho visto nella mia vita.
Appena siamo riusciti ad uscire da quest'ammaliante incantesimo, siamo ripartiti verso la costa arrivando alla Boca do Inferno-Cascais (una spettacolare spaccatura nella scogliera dove se il mare è mosso si sente come un gemito umano e fuoriesce un soffio di acqua marina nebulizzata), Cabo da Roca (il punto più occidentale del continente europeo, dove si credeva finisse il mondo) e Nazarè (la mecca dei surfisiti che detiene il primato mondiale dell'onda più alta mai cavalcata). Dopo questa boccata di brezza oceanica ci rispostiamo nell'interno visitando il medievale e caratteristico paesino di Obidos, i monasteri di Alcobaca e Batalha (veramente enormi, i più importanti monasteri medievali del Portogallo), Tomar (paese legato ai templari nel suo sviluppo dove tutt'oggi è visitabile il bellissimo e in ottime condizioni convento dell'ordine di Cristo, un castello del 1100 dei cavalieri templari) e Coimbra con la sua università fondata nel 1200 tra le prime in Europa.
Siamo arrivati quasi alla fine del Portogallo quando, dopo aver visitato la squisita Amarante e la celtica Guimaraes, siamo costretti ad uno stop forzato a Braga a causa di un'intossicazione alimentare che mi colpisce... Devo dire che in Portogallo e nel nord della Spagna i vegetariani hanno vita dura e la dieta non è molto varia, esclusi carne e pesce non c'è molta scelta. Grazie a mio marito e ad una farmacista in gamba, dopo qualche giorno riesco e riprendermi senza toccare l'ospedale e ripartiamo per la Galizia.
La Spagna del nord è una Spagna che non ti aspetti, molto lontana e diversa dalla "paella", la festosità, il clima afoso e le influenze orientali. Qui le influenze sono celtiche, il clima è freddo, le persone sono gentili ma composte e... sembra di essere nei paesi nordici!! L'Oceano ha spinto talmente tanto, che il mare ha penetrato nell'entroterra per chilometri e chilometri attraverso insenature e letti dei fiumi, creando le rias, che in pratica sono dei fiordi anche se di natura diversa. Quindi ci siamo ritrovati nella celtica Galizia ad attraversare queste rias spettacolari, dove la marea è un fenomeno molto visibile... arrivati a Combarro, un piccolo e scenografico villaggio di pescatori caratterizzato dai crucero (antichissimi crocifissi in pietra) e dai pittoreschi horreo (antichi granai che sembrano palafitte in pietra), abbiamo visto l'acqua ritirarsi di circa 300 metri!!
Il giorno seguente siamo ripartiti per Cabo Ortegal, Carino e Viveiro, luoghi di notevole ed inaspettata bellezza affacciati sull'oceano, dove Atlantico e mar Cantabrico si mischiano e questi fiordi con i loro paesini colorati danno costantemente l'impressione di essere sperduti in qualche vichingo paese nordico. Proseguendo verso Ribadeo ci siamo imbattuti nella famosa Praia das Catedrais dove le numerose, particolari e suggestive formazioni rocciose situate sulla spiaggia scavate dal mare e dal vento sembrano grandi archi rampanti di cattedrali gotiche. Lasciando la Galizia, abbiamo fatto sosta nella pittoresca Cudillero nelle Asturie; colorato paesino di pescatori, dove le case sono costruite intorno al porto e alla piazza principale a forma di anfiteatro (a causa dei rilievi retrostanti) , con un faro e dei mirador a picco sul mare e sul paese mozzafiato.
Proseguiamo per la Cantabria, terra di sidro, e una nostra tappa è la medievale Santillana del Mar, dove i richiami storici e celtici sono sempre più forti. Arriviamo quindi nei Paesi Baschi, dove oltre alla carinissima Bilbao, ci impegniamo nella "conquista" dell'impervia rocca di San Juan de Gaztelugatxe... Gaztelugatxe è un'isolotto spagnolo collegato alla terraferma da un ponte del 1300 composto da un sacco di scalini a strapiombo sull'oceano su cui si erge un eremo, dove prima era un castello; è un luogo di rara bellezza, ricco di leggende e intriso davvero di un'atmosfera magica, un paesaggio quasi mistico. E da qui salutiamo l'Oceano e ci incamminiamo per quello che sarà il viaggio di ritorno.
Dopo altre soste e visite varie arriviamo ad Olite, nel cuore della Navarra, paese a metà strada tra montagne e inizio deserto; ovviamente la cosa che subito ci colpisce e che decidiamo di visitare è il suo castello gotico, ben visibile e dall'aria incantata. Purtroppo le stanze sono vuote, ma è interamente visitabile ed è bellissimo all'interno, le numerose stanze, torri, giardini hanno un aspetto curato e fiabesco... non a caso era ritenuto il castello più bello del continente. Proseguendo nella nostra avventura ci imbattiamo nel secondo deserto spagnolo, il deserto di Bardenas. Sembra più piccolo del primo deserto e ha una bellezza diversa, ma noi rimaniamo ugualmente stupiti.
Sembra di essere in un film americano, questo rettilineo lunghissimo chilometri e chilometri di cui non vediamo la fine e noi là soli, sulla nostra moto ad attraversare questa zona dalle forme quasi magiche il cui unico rumore è il rombo della nostra moto... ad un tratto, li nel bel mezzo del nulla sulla nostra destra c'è una parete di una torre altissima, ormai crollata sugli altri tre lati, e in cima due cicogne con il loro nido... un'immagine, un'atmosfera spettacolare che adesso in Italia sto continuando a sognare. Una delle ultime tappe del nostro viaggio, oltre alla Costa Brava, Huesca, Besalù e altre piccole soste sui Pirenei, è il principato di Andorra che in realtà purtroppo non ci colpisce molto e delude un pò le nostre aspettative, soprattutto la capitale La Vella.
Il giorno seguente siamo ripartiti per Cabo Ortegal, Carino e Viveiro, luoghi di notevole ed inaspettata bellezza affacciati sull'oceano, dove Atlantico e mar Cantabrico si mischiano e questi fiordi con i loro paesini colorati danno costantemente l'impressione di essere sperduti in qualche vichingo paese nordico. Proseguendo verso Ribadeo ci siamo imbattuti nella famosa Praia das Catedrais dove le numerose, particolari e suggestive formazioni rocciose situate sulla spiaggia scavate dal mare e dal vento sembrano grandi archi rampanti di cattedrali gotiche. Lasciando la Galizia, abbiamo fatto sosta nella pittoresca Cudillero nelle Asturie; colorato paesino di pescatori, dove le case sono costruite intorno al porto e alla piazza principale a forma di anfiteatro (a causa dei rilievi retrostanti) , con un faro e dei mirador a picco sul mare e sul paese mozzafiato.
Proseguiamo per la Cantabria, terra di sidro, e una nostra tappa è la medievale Santillana del Mar, dove i richiami storici e celtici sono sempre più forti. Arriviamo quindi nei Paesi Baschi, dove oltre alla carinissima Bilbao, ci impegniamo nella "conquista" dell'impervia rocca di San Juan de Gaztelugatxe... Gaztelugatxe è un'isolotto spagnolo collegato alla terraferma da un ponte del 1300 composto da un sacco di scalini a strapiombo sull'oceano su cui si erge un eremo, dove prima era un castello; è un luogo di rara bellezza, ricco di leggende e intriso davvero di un'atmosfera magica, un paesaggio quasi mistico. E da qui salutiamo l'Oceano e ci incamminiamo per quello che sarà il viaggio di ritorno.
Dopo altre soste e visite varie arriviamo ad Olite, nel cuore della Navarra, paese a metà strada tra montagne e inizio deserto; ovviamente la cosa che subito ci colpisce e che decidiamo di visitare è il suo castello gotico, ben visibile e dall'aria incantata. Purtroppo le stanze sono vuote, ma è interamente visitabile ed è bellissimo all'interno, le numerose stanze, torri, giardini hanno un aspetto curato e fiabesco... non a caso era ritenuto il castello più bello del continente. Proseguendo nella nostra avventura ci imbattiamo nel secondo deserto spagnolo, il deserto di Bardenas. Sembra più piccolo del primo deserto e ha una bellezza diversa, ma noi rimaniamo ugualmente stupiti.
In conclusione è stato un viaggio lungo, impegnativo e fantastico che rifarei altre mille volte, un'esperienza indimenticabile che ci ha segnato positivamente e che consiglierei a chiunque. La penisola iberica è meravigliosa e tutta da scoprire, l'accoglienza e le persone calorose, gradevoli e familiari. Ottima meta per un'avventura on the road perchè le strade sono veramente belle e il clima lo permette. E in effetti, ci abbiamo lasciato un pezzetto di cuore.
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