martedì 1 agosto 2017

Spagna e Portogallo in moto: un viaggio oltre le aspettative

Già da un pò ne parlavamo: un lungo periodo di tempo a disposizione per un bel viaggio "on the road". Nessuna prenotazione eccetto la prima notte, solo un percorso abbozzato, fortemente modificabile durante il viaggio, in base ai nostri gusti e alle nostre esigenze sul momento; abbiamo messo a punto solo la moto prima di partire, un'Electra Glide dell'Harley Davidson, caricata del minimo indispensabile per la "sopravvivenza". E finalmente arriva Giugno, si parte!!


(Avendo scorrazzato per la penisola Iberica parecchio tempo -Giugno/Luglio 2017- e visto tantissime cose, cercerò di descrivere in modo più breve possibile, anche se non tutte, la maggior parte delle località che abbiamo visitato)

Partiamo da Livorno alle 4 di mattina carichi di entusiasmo e in un giorno ci siamo fatti circa 1000 km; abbiamo attraversato la Francia costeggiando la sua riva mediterranea et voilà... nel tardo pomeriggio, esaltati ma stanchi, eccoci in Spagna, più precisamente eccoci a Tossa de Mar!! Inutile dire che rimaniamo subito affascinati dall'atmosfera Spagnola, anzi della Catalogna; Tossa è un bellissimo borgo medievale incastonato tra calette e scogliere, macchia mediterranea e mare... L'accoglienza è caldissima, in tutti i sensi! Oltre all' elevata temperatura, le persone sono tutte gentili e allegre, c'è aria di festa e l'atmosfera è gioiosa... è un posto squisito, come la sua cucina catalana, squisita!
Il giorno successivo ci avventuriamo alla scoperta di Barcellona, che però, a differenza di ogni racconto sentito, ci delude un pò...  Si è vero che la Sagrada Familia, il parco Guell, casa Milà, casa Batllò, palazzo Guell, la passeggiata di Sant Joan, passeig de Gracia  e via dicendo sono tutte cose bellissime, ma c'è troppa confusione!! Nella caratteristica Rambla c'erano più borseggiatori che turisti, il turismo di massa non permette di godersi i capolavori che sono contenuti nella città, la città  confronto al resto della Spagna è carissima e  purtroppo abbiamo notato anche un pò sporca.. insomma la città di Gaudì, per quanto l'abbiamo girata non ci ha proprio colpito e il giorno successivo ci spostiamo a Peniscola
Particolarissima Peniscola, la "quasi isola", unita alla terraferma da una lingua di terra, è un borgo fortificato abbarbicato su una roccia circondata dal mare... da qui sono passati Greci, Romani, Arabi, Templari e tutti hanno lasciato un segno in questa località che ha inoltre ospitato alcune riprese del "Trono di Spade". 
Proseguiamo la costa orientale della Spagna fino ad Elx, cittadina che sorge lungo il fiume Vinalopò e che sembra un'oasi nel deserto. Qui è il più grande palmeto d'Europa, veramente spettacolare (dichiarato dell'Unesco patrimonio dell'umanità) e iniziano ad essere presenti molte strutture di origine araba.. tutto ciò traghetta la nostra fantasia e si respira una calda e dolce atmosfera orientale.
Affascinati da questa cittadina che lasciamo a malincuore, iniziamo a scendere nel profondo sud della Spagna, inoltrandoci nell'Andalusia che ci rapirà il cuore. Non proseguiamo lungo la costa mediterranea, ma ci avventuriamo nel deserto, lo spettacolare Desierto de Tabernas!! Arido e roccioso, uno spettacolo da attraversare in moto. Non penso sia un posto per tutti, ma è una sensazione particolarissima; l'occhio viaggia per ampissimi spazi dalle caratteristiche quasi lunari, la strada che sembra in mezzo al nulla attraversa canyon silenziosi e desolati, sole a picco che raggiunge temperature per noi veramente alte e un venticello che trasporta rotoli di vegetazione secca... surreale e mozzafiato!
Visitiamo Sorbas e Tabernas, due paesi nel deserto, particolarissimi e carinissimi, sembra di essere in un altro mondo, ma evitiamo i parchi tematici western riferiti a Sergio Leone e ai suoi film girati appunto in questo deserto.
Continuando nel nostro percorso arriviamo alla stupenda, meravigliosa Granada, la città spagnola che ci è piaciuta di più in assoluto. La sua evidente origine araba ha un fascino irresistibile e noi siamo rimasti sedotti immediatamente; la sua Alhambra, le grotte di Sacromonte dove è nato il flamenco, la sua Cattedrale, il quartiere Albaicín e le altre tantissime cose di questa città ci hanno fatto abbandonare totalmente ad essa, senza resistenze. Secondo noi è il cuore della Spagna che classicamente è nell'immaginario collettivo...
Dalla magia di Granada proseguiamo nella spettacolare Andalusia facendo tappa a Ronda, arroccata su uno sperone roccioso alto 200metri spaccato a strapiombo in mezzo che divide la città in due parti, unite da uno scenografico ponte del 1700. Qui è tutto conservato benissimo ed è presente anche la corrida più antica della Spagna (anche se io personalmente non apprezzo la corrida e l'uccisione del toro). Meno nota è la casa del Re Moro, un edificio affacciato sulla gola profonda che divide Ronda in cui sono presenti giardini terrazzati di diversi livelli e una miniera scavata nella roccia fino in fondo alla forra che doveva essere un passaggio "segreto" per il re nero in caso di guerra e fuga. Indescrivibile.

Proseguendo in questa bellissima terra arriviamo alla britannica Gibilterra, che però non ci colpisce molto a parte lo sperone di roccia alto più di 400 metri che si erge sullo stretto, mentre ci conquista Tarifa, talmente vicina all'Africa che sembra di poterla toccare con una mano. Qui ovviamente l'influenza araba è ancora più evidente se possibile e il vento costante di questo paese increspa le acque del Mediterraneo e dell'Atlantico, essendo la sua punta bagnata da entrambi i mari. Un punto di confine che ci invoglia a proseguire per il ventoso Portogallo, passando da Cadice, Siviglia e Huelva dopo una brevissima sosta a Chiclana de la Frontera, troppo turistica per essere raccontata. Ecco finalmente entriamo in Portogallo e passiamo dai 47 gradi della Spagna, ai 14 del ventoso Portogallo, la cui prima sosta è Algarve e la sua Praia de Benagil, con incredibili pareti rocciose erose e scolpite dall'oceano che formano grotte e sculture naturali incredibili.

Purtroppo il caos regna sovrano grazie al solito turismo di massa, così ci spostiamo a Sagres, punta occidentale del sud del Portogallo. Il territorio di Sagres è un grande tavolato quasi disabitato e senza vegetazione che termina nell'Oceano con pareti rocciose a strapiombo; questo promontorio che si allunga sull' Atlantico dona un senso di vastità e solitudine e il paesaggio è impressionante, soprattutto nei pressi della Fortaleza e del Cabo de Sao Vincente. Per adesso il Portogallo ci piace un sacco, se non fosse per le strade (30 km - 1h e mezza) e proseguiamo per Lisbona, dove ci catturerà Sintra la città dei misteri. Ci fermiamo parecchio qui e solo qui ci rendiamo veramente conto che il viaggio è andato oltre le nostre immaginazioni e aspettative.
Sintra è la fusione perfetta tra natura e  monumenti magnifici, Sintra è di una bellezza estrema, è inimmaginabile, va vista. E' un mondo magico, una realtà a sè, un concentrato di storie e  monumenti nascosti e misteriosi, dove tutto sembra celato e di un'altra dimensione, ma tutto è raggiungibile anche se a fatica. Ci sono veramente tantissime cose da vedere in questo paesino che a prima vista sembra addirittura abbandonato in alcune zone. Sintra è quasi un percorso interiore e archetipico, come la sua Quinta de Regaleira, è la meraviglia della scoperta di realtà fiabesche come il suo Palacio da Pena, è un soffio di calde atmosfere arabe alla "mille e una notte" come il  Castelo dos Mouros, è riscoperta di simbiosi tra natura e uomo con i suoi giardini e la sua Quinta de Monserrate, è magnificenza e regalità delle strutture umane come il Palacio Nacional...  Sintra indubbiamente è stata una delle tappe più belle di questo viaggio e tra le cose più affascinanti che ho visto nella mia vita.
Appena siamo riusciti ad uscire da quest'ammaliante incantesimo, siamo ripartiti verso la costa arrivando alla Boca do Inferno-Cascais (una spettacolare spaccatura nella scogliera dove se il mare è mosso si sente come un gemito umano e fuoriesce un soffio di acqua marina nebulizzata), Cabo da Roca (il punto più occidentale del continente europeo, dove si credeva finisse il mondo) e Nazarè (la mecca dei surfisiti che detiene il primato mondiale dell'onda più alta mai cavalcata). Dopo questa boccata di brezza oceanica ci rispostiamo nell'interno visitando il medievale e caratteristico paesino di Obidos, i monasteri di Alcobaca e Batalha (veramente enormi, i più importanti monasteri medievali del Portogallo), Tomar (paese legato ai templari nel suo sviluppo dove tutt'oggi è visitabile il bellissimo e in ottime condizioni convento dell'ordine di Cristo, un castello del 1100 dei cavalieri templari)  e Coimbra con la sua università fondata nel 1200 tra le prime in Europa.
Siamo arrivati quasi alla fine del Portogallo quando, dopo aver visitato la squisita Amarante e la celtica Guimaraes, siamo costretti ad uno stop forzato a Braga a causa di un'intossicazione alimentare che mi colpisce... Devo dire che in Portogallo e nel nord della Spagna i vegetariani hanno vita dura e la dieta non è molto varia, esclusi carne e pesce non c'è molta scelta. Grazie a mio marito e ad una farmacista in gamba, dopo qualche giorno riesco e riprendermi senza toccare l'ospedale e ripartiamo per la Galizia.
La Spagna del nord è una Spagna che non ti aspetti, molto lontana e diversa dalla "paella", la festosità, il clima afoso e le influenze orientali. Qui le influenze sono celtiche, il clima è freddo, le persone sono gentili ma composte e... sembra di essere nei paesi nordici!! L'Oceano ha spinto talmente tanto, che il mare ha penetrato nell'entroterra per chilometri e chilometri attraverso insenature e letti dei fiumi, creando le rias, che in pratica sono dei fiordi anche se di natura diversa. Quindi ci siamo ritrovati nella celtica Galizia ad attraversare queste rias spettacolari, dove la marea è un fenomeno molto visibile... arrivati a Combarro, un piccolo e scenografico villaggio di pescatori caratterizzato dai crucero (antichissimi crocifissi in pietra) e dai pittoreschi horreo (antichi granai che sembrano palafitte in pietra), abbiamo visto l'acqua ritirarsi di circa 300 metri!!
Il giorno seguente siamo ripartiti per Cabo Ortegal, Carino e Viveiro, luoghi di notevole ed inaspettata bellezza affacciati sull'oceano, dove Atlantico e mar Cantabrico si mischiano e questi fiordi con i loro paesini colorati danno costantemente l'impressione di essere sperduti in qualche vichingo paese nordico. Proseguendo verso Ribadeo ci siamo imbattuti nella famosa Praia das Catedrais dove le numerose, particolari e suggestive formazioni rocciose situate sulla spiaggia scavate dal mare e dal vento sembrano grandi archi rampanti di cattedrali gotiche. Lasciando la Galizia, abbiamo fatto sosta nella pittoresca Cudillero nelle Asturie; colorato paesino di pescatori, dove le case sono costruite intorno al porto e alla piazza principale a forma di anfiteatro (a causa dei rilievi retrostanti) , con un faro e dei mirador a picco sul mare e sul paese mozzafiato.
Proseguiamo per la Cantabria, terra di sidro, e una nostra tappa è la medievale Santillana del Mar, dove i richiami storici e celtici sono sempre più forti. Arriviamo quindi nei Paesi Baschi, dove oltre alla carinissima Bilbao, ci impegniamo nella "conquista" dell'impervia rocca di San Juan de Gaztelugatxe... Gaztelugatxe è un'isolotto spagnolo collegato alla terraferma da un ponte del 1300 composto da un sacco di scalini a strapiombo sull'oceano su cui si erge un eremo, dove prima era un castello; è un luogo di rara bellezza, ricco di leggende e intriso davvero di un'atmosfera magica, un paesaggio quasi mistico. E da qui salutiamo l'Oceano e ci incamminiamo per quello che sarà il viaggio di ritorno.
Dopo altre soste e visite varie arriviamo ad Olite, nel cuore della Navarra, paese a metà strada tra montagne e inizio deserto; ovviamente la cosa che subito ci colpisce e che decidiamo di visitare è il suo castello gotico, ben visibile e dall'aria incantata. Purtroppo le stanze sono vuote, ma è interamente visitabile ed è bellissimo all'interno, le numerose stanze, torri, giardini hanno un aspetto curato e fiabesco... non a caso era ritenuto il castello più bello del continente. Proseguendo nella nostra avventura ci imbattiamo nel secondo deserto spagnolo, il deserto di Bardenas. Sembra più piccolo del primo deserto e ha una bellezza diversa, ma noi rimaniamo ugualmente stupiti.
Sembra di essere in un film americano, questo rettilineo lunghissimo chilometri e chilometri di cui non vediamo la fine e noi là soli, sulla nostra moto ad attraversare questa zona dalle forme quasi magiche il cui unico rumore è il rombo della nostra moto... ad un tratto, li nel bel mezzo del nulla sulla nostra destra c'è una parete di una torre altissima, ormai crollata sugli altri tre lati, e in cima due cicogne con il loro nido... un'immagine, un'atmosfera spettacolare che adesso in Italia sto continuando a sognare. Una delle ultime tappe del nostro viaggio, oltre alla Costa Brava, Huesca, Besalù e altre piccole soste sui Pirenei, è il principato di Andorra che in realtà purtroppo non ci colpisce molto e delude un pò le nostre aspettative, soprattutto la capitale La Vella.

In conclusione è stato un viaggio lungo, impegnativo e fantastico che rifarei altre mille volte, un'esperienza indimenticabile che ci ha segnato positivamente e che consiglierei a chiunque. La penisola iberica è meravigliosa e tutta da scoprire, l'accoglienza e le persone calorose, gradevoli e familiari. Ottima meta per un'avventura on the road perchè le strade sono veramente belle e il clima lo permette. E in effetti, ci abbiamo lasciato un pezzetto di cuore.



mercoledì 8 febbraio 2017

Tra i castelli del Ducato di Parma e Piacenza, un tuffo nel medioevo

Nella vicina Emilia Romagna, dove la pianura si incontra con gli appennini, scopriamo in luoghi inaspettati e meno turistici una sorprendente rete di rocche, fortezze e manieri: i castelli del Ducato di Parma e Piacenza. Da sempre affascinati da questo tipo di atmosfere, ci siamo tuffati in una breve vacanza in quella zone e abbiamo visitato alcuni borghi e castelli del Ducato, rimanendo davvero entusiasti.
Il nostro itinerario: Vigoleno - Castello di Scipione - Pieve di san Nicomede - Castell'Arquato - Grazzano Visconti - Fontanellato - Reggia di Colorno


E' maggio ma niente moto, stavolta ci spostiamo in auto e la nostra prima tappa è il bellissimo borgo di Vigoleno. Un castello medioevale intatto in tutte le sue parti, che dal suo rilievo domina le colline circostanti, spettacolare cornice di un quadro perfetto.

Castello di Vigoleno
Appena arrivati ci accoglie la scenografica vista del bastione fortificato e le sue eleganti mura merlate. Attraversato l'ingresso ci ritroviamo in una piazzetta del borgo, dove il tempo sembra si sia fermato e la nostra fantasia viene catapultata nel Medioevo. Iniziamo ad esplorare il castello in ogni suo angolo e rimaniamo davvero a bocca aperta. Dalla piazzetta accediamo alla visita del mastio e del piano nobile, unica parte a pagamento; finita la visita siamo ancora bramosi di scoprire questo borgo. Ci incamminiamo per sue viuzze caratteristiche, arriviamo alla chiesa, guardiamo le abitazioni, scopriamo le botteghe con i prodotti tipici e ci soffermiamo sulla cinta muraria che offre una vista panoramica fantastica sulle colline. Finito il nostro giro quasi ci dispiace venir via e sostiamo ancora all'esterno ad ammirare questo meraviglioso borgo.

Borgo Scipione Castello

La nostra seconda tappa è il Castello di Scipione dei marchesi Pallavicino, uno dei più antichi di questa regione; un piccolo e suggestivo borgo medioevale situato sulle bellissime colline al confine tra Parma e Piacenza, immerso nel verde e avvolto dal silenzio. Alcune aree del castello non sono del tutto visitabili perchè è ancora abitato dai proprietari, e la visita interna è abbastanza breve; ma la cosa che ci colpisce di più, oltre a questo caratteristico borghetto, è la scoperta casuale del vicino complesso  della Pieve di San Nicomede. Ce ne accorgiamo per caso dalla strada che stiamo percorrendo venendo via dal Castello di Scipione, la provinciale 92. Sulla nostra sinistra scorgiamo questa antica chiesa che si erge isolata in mezzo alla pianura circostante e che ci incuriosice subito... Ci avviciniamo, parcheggiamo, scendiamo di macchina e la costruzione è avvolta da un silenzio assoluto, non c'è anima viva...

Pieve di San Nicomede
Il portone è aperto e noi entriamo affascinati in quest'atmosfera surreale. La chiesa al suo interno non è grande; composta da un'unica navata, decorata a strisce orizzontali bianche e grigie, ha un aspetto semplice. La sopresa sta dietro una piccola volta che conduce in un cunicolo comunicante con l'antichissima cripta sottostante! Veramente suggestiva!! Nel piccolo ambiente della cripta è presente un pozzo, costruito in marmo nel IX secolo per contenere una sorgente di acqua considerata miracolosa già dai tempi pagani. All'epoca il pozzo era visitato da molti pellegrini che percorrevano la vicina via fracingena, ritenendo che quelle acque erano capaci di curare la cefalea e andavano li con un mattone in testa che poi abbandonavano sul luogo dopo aver bevuto l'acqua "miracolosa"... ed è proprio con quei mattoni che furono costruiti gli archi delle tre navate della cripta, sostenuti da antiche colonne di marmo, dove il simbolo della croce di malta è un pò ovunque. La chiesa fu quindi edificata successivamente sopra la fonte che era ritenuta da sempre sacra e guaritrice. Affascinati da tutto ciò, un pò storditi dalla stanchezza e dalla magia del luogo ci ri-incamminiamo sul nostro percorso, pronti ad affrontare la prossima storia che questa terra ci offre. Così il giorno dopo ci rechiamo a Castell'Arquato. Meraviglia per gli occhi.. arrivando vediamo subito le sue torri imponenti dominare sul paesaggio.
Rocca Viscontea di Castell'Arquato
Arroccato lungo una collina sulle prime alture della Val d'Arda, nel paese è intatta l' atmosfera medievale; il suo centro storico è di rara bellezza e ha molte cose da vedere tra cui la rocca, la collegiata, il torrione.. un gioiello medioevale che ci fa catapultare di nuovo indietro nel tempo con la fantasia. Anche se il paese è abitato e vivo e la presenza di qualche auto ci riporta fugacemente alla realtà dei nostri tempi, si respira davvero storia e arte; è fantastico farsi trasportare da pensieri a metà tra il fantasy e il medioevale osservando le costruzioni tipiche e perfettamente mantenute mentre ci perdiamo tra le sue viuzze.... veramente un gioiello la cui visita non può mancare a chi è appassionato di castelli, medioevo o al fantasy. Cerchiamo di scoprire il borgo in ogni suo angolo, e in alcuni momenti ci sentiamo addirittura all'interno del film "Lady Hawk" che ha avuto proprio Castell'Arquato come scenografia. Secondo noi è sicuramente uno dei borghi più belli e caratteristici d'Italia. Il giorno dopo proseguiamo per Grazzano Visconti, uno scenografico paesino curato in ogni particolare che ha una storia singolare. Il suo aspetto è perfetto in ogni dettaglio, forse anche troppo!

Grazzano Visconti
Infatti scopriamo che nonostante le sue sembianze tipicamente medioevali, questo borgo era solo una piccola frazione di cadenti case coloniche che circondavano un castello (unico edificio antico oltre alla chiesetta) che all'inizio del 1900 furono trasformate in un affascinante borgo medioevale dal conte Giuseppe Visconti. Il conte, consigliato da D'Annunzio e in collaborazione con l'architetto Alfredo Campanini, puntava a realizzare una degna cornice al suo castello, concependo un progetto che esaltava sia il villaggio che il maniero con elementi altamente decorativi e scenografici suggeriti dalla fantasia e dallo stile duecentesco. Le nuove case, l'avvio della scuola di arti e mestieri, l'apertura di laboratori e botteghe artigiane crearono anche i presupposti per un'attività turistica, che tutt'oggi attrae quasi trecentomila visitatori all'anno. E' bellissimo camminare tra le piazzette e le vie di Grazzano Visconti, mentre ammiriamo affreschi sulle mura delle abitazioni, cinte merlate, statue, sculture, fontanelle, balconi tipici, pozzi e un arredo urbano di insegne, lanterne, colonne e molto altro che ci da la perfetta illusione di essere tra antiche costruzioni in bilico tra fantasia e storia. Dopo una giornata immersi in questa atmosfera da fiaba e scorci suggestivi, lasciamo Grazzano Visconti per la prossima tappa, Fontanellato.

Fontanellato - Rocca di Sanvitale
Il centro storico di Fontanellato è dominato dalla Rocca di Sanvitale, un'imponente fortezza tutt'oggi ancora totalmente circondata da un ampio fossato difensivo pieno d'acqua perfettamente conservato. Si può accedere al maniero attraverso il ponte levatoio che da sul bel cortile interno. La visita guidata ci permette di accedere a parecchie stanze arredate del castello, che racchiudono numerosi affreschi e dipinti importanti, ma soprattutto ci permette di visitare l'unica camera ottica in funzione in Italia: nell' ambiente buio e circolare di un torrione, un sistema di specchi e un prisma posti in corrispondenza delle feritoie consentono di vedere nitidamente l'esterno a 180° senza essere visti. Geniale per l'epoca. Mentre lasciamo Fontanellato, ci soffermiamo a visitare il Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario, che impossibilmente resto inosservato grazie alla sua struttura in stile barocco, al cui interno sono convervate varie opere di pregio seicentesche. L'ultima nostra tappa è la Reggia di Colorno, un grande complesso di più di 400 sale e un grande parco misto tra giardino all'italiana e alla francese profondo oltre 4 chilometri. 

Reggia di Colorno
Nonostante l'imponenza e l'indubbia bellezza dell'edificio e dei giardini, rimaniamo un pò delusi dalla visita... la maggior parte delle stanze è inagibile e quelle visitabili sono un pò spoglie perchè la mobilia e gli arazzi sono quasi tutti in altre città. I bellissimi giardini hanno le fontane spente quindi niente giochi d'acqua per quella che abbiamo sentito rinominare sul posto "la piccola Versailles". Purtroppo la tortuosa storia di questa bellissima reggia non colpisce molto la nostra immaginazione, e si aggiunge all'unica nota negativa di questo viaggio che abbiamo prima evitato di menzionare: la zona archeologia di Veleia Romana. Ridefinita la "Piccola Pompei del Nord", cosa che ci ha incuriosito molto, invece si è rivelata per noi una delusione. Difficoltosa da trovare e apparentemente abbandonata a se stessa pensiamo che il suo attributo sia stato un pò esagerato, confronto all'immensità di Pompei che abbiamo già visitato.

In linea di massima questo piccolo tour tra i castelli di questa zona ci è piaciuto molto e ci dispiace un pò non aver potuto visitarli tutti, ma quelli da noi scoperti ci hanno comunque lasciato dentro ricordi e bellissime immagini di paesaggi e fantastici manieri.









In memoria di E. 












 


venerdì 27 gennaio 2017

Scoprendo in moto il versante occidentale del Lago di Garda


Settembre 2016: carichiamo la moto e partiamo verso il Lago di Garda, pronti ad esplorare il versante occidentale del lago, nella sua parte meno turistica e un pò più "selvaggia" rispetto al suo lato opposto.

Dopo 3 ore e mezzo di viaggio giungiamo a destinazione e scegliamo come base un piccolo albergo a Moniga del Garda, squisito e a conduzione familiare.

Vista dalla camera
 La nostra camera è essenziale e confortevole dotata di un'ampia terrazza con un'incantevole vista lago, da cui possiamo vedere Sirmione.

Dopo esserci sistemati esploriamo un pò Moniga,  piccolissima e carinissima, con il suo borghetto fortificato risalente al X sec. e le sue viuzze, da dove è possibile vedere bellissimi scorci di lago. Il porticciolo, moderno e in cui sono presenti ristoranti, bar e un bellissimo lungolago, è facilmente raggiungibile a piedi ed è stata la nostra passeggiata preferita di molte sere.

Strada della Forra SP38
Il nostro primo giro è stato Tremosine (percorrendo la spettacolare strada della Forra SP38), il Santuario di Montecastello e Tignale, per poi far rientro a Moniga. Degli scenari sorprendenti e spettacolari! Se già la Gardesana occidentale (la strada che costeggia la sponda lombarda del lago di Garda) è bellissima di suo, la strada della Forra (strada provinciale 38) che porta a Tremosine, nella parte iniziale è sorprendente!

Incastonata nelle viscere della montagna da cui inizialmente guardando in basso si continua a vedere il blu del lago, si incunea in una profonda spaccatura nella roccia, in cui il continuo entrare e uscire da gallerie e spaccature creano un effetto suggestivo e surreale. Un'esperienza unica... luce e buio si alternano sul percorso lasciandoci quasi disorientati. Dopo una sosta proseguiamo fino a Tremosine, un paesino incantato dalle atmosfere alpine,  dove le montagne si tuffano direttamente a picco nel blu del lago...  un'atmosfera sorprendente e un panorama mozzafiato!
 
Tremosine
Proseguiamo la strada della Forra, che in seguito lascia spazio a verdi vallate, fino ad arrivare al santuario di Montecastello, costruito su uno sperone roccioso a picco direttamente sul lago a circa 700 metri di altezza. Particolarissime le sensazioni avute entrando in questo Santuario, come se fosse un crocevia di energie (non è un discorso religioso, non sono credente). La tappa successiva è stata Tignale, che però ci siamo goduti poco perchè la stanchezza inizia a farsi sentire e la temperatura è molto alta. La nostra sosta in questo paese è per la maggior parte del tempo in una gelateria in una piazzetta carinissima e ben tenuta, giusto per rinfrancarci un pò prima di riprendere la strada per il rientro in albergo.

Il giorno successivo, dopo un'abbondante colazione e dopo aver fatto conoscenza con un simpaticissimo motociclista tedesco con cui siamo ancora in contatto, a piedi ci siamo diretti al porto di Moniga, curiosi di sapere dove va a finire la passeggiata di recente costruzione, che parte dal porticciolo e costeggia il lago... ritrovandoci a camminare fino al lido di Lonato e oltre. Una bella passeggiata lungo il lago, nonostante le nuvole grigie che ci sovrastano e il caldo afoso e soffocante, clima che ci ha permesso una bella camminata senza folla e/o bagnanti,  culminata con l'aver trovato al ritorno un tratto di "scogliera" un pò più selvaggia in cui ne abbiamo approfittato per rinfrescarci un pò nelle invitanti acque del lago... in quest'occasione devo dire contro ogni mia aspettativa, pulite e limpidissime.

Lago di Idro
Il giorno successivo siamo partiti per il nostro tour dei 3 laghi: lago di Idro, lago di Ledro e lago di Tenno... con l'aggiunta del lago artificiale di Valvestino, tra la Valle Sabbia e il Lago di Garda.

Il primo che abbiamo raggiunto è  il lago di Idro, che dal lato occidentale in realtà non ci ha colpito molto, nonostante una struttura che vista dalla strada ha attirato la mia attenzione (credo sia la Rocca di Anfo, sembra molto bella ma purtroppo non abbiamo il tempo di visitarla). Vedendo però lo stesso lago dalla riva orientale ci è piaciuto tanto. Bellissimo, una quiete e un atmosfera da favola; qui abbiamo conosciuto un anziano signore, molto cortese e socievole, che ci ha raccontato molte cose sul lago di Idro e sulla diga di Valvestino (ci ha spiegato persino come innaffiare bene i pomodori ed è bellissimo vedere come una persona anziana come lui si sia avvicinata spontaneamente a parlare con noi senza pregiudizi, nonostante la moto e i nostri tatuaggi. Quel gesto cordiale e spontaneo, ci ha reso felici!)

Lago di Ledro
Mentre il lago di Ledro ci ha colpito subito: un gioiellino incastonato tra le montagne! A 650 metri di altitudine, il suo perimetro di 10 km è facilmente percorribile e di una bellezza unica. Ci hanno molto incuriosito la ricostruzione del villaggio delle palafitte e il sito archologico situati sulla riva orientale del lago (molto pittoresco) e la località "Mezzolago", più per il nome fiabesco e la sua posizione che per la località in sè.
Il laghetto di Tenno invece, nonostante la sua bellissima posizione, il colore particolarissimo e chiaro delle sue acque (ci dicono tre le più pulite d'Italia) non mi ha colpito molto, forse a causa del gran numero di persone che abbiamo trovato là a differenza degli altri laghi. Abbiato trovato affollata persino la scalinata in pietra che permette di andare al lago, non raggiungibile dalla strada.

Lago di Valvestino
In compenso siamo rimasti stupiti dal lago di Valvestino, un fiordo che si incunea tra le ripide pareti delle montagne e che offre un panorama inaspettato e bellissimo. La diga è mozzafiato e il lago ancora di più! Una sensazione fantastica passare e ammirare quell'enorme massa d'acqua dai colori cangianti vista da sopra i due ponti presenti su di essa.
Dopo il lago di Valvestino ormai la giornata è finita, e con gli occhi pieni di meraviglie ci riavviavviamo in l'albergo.

Il giorno successivo abbiamo bisogno di vedere qualcosa di diverso così ci concediamo delle visite storiche dirigendoci verso il sud del lago di Garda, con destinazione Solferino e San Martino della Battaglia. In queste due località nel 1859 nel contesto della seconda guerra di indipendenza, l'Austria venne sconfitta e e il fatto viene ricordato in Italia per essere il primo concreto passo verso l'unità nazionale e per aver ispirato l'idea della Croce Rossa Italiana.

Torre monumentale di San Martino della Battaglia
In queste frazioni sono presenti ossari, monumenti e musei interessantissimi. Il primo luogo d'interesse che ci colpisce in tutta la sua imponenza è la Torre Monumentale di San Martino: alta 74 metri, maestosa all'esterno e ricca di pregi artistici all' interno. La salita è un pò faticosa, ma siamo ampiamente ripagati oltre che dal panorama una volta in cima ad essa, dalla bellezza dell'interno della torre e di tutto il suo complesso.
In queste aree sono presenti anche i musei, la rocca, gli ossari e un memoriale alla croce rossa, composto da marmi provenienti da ogni parte del mondo. E' tutto molto affascinante e ben tenuto: i reperti, le descrizioni, le ricostruzioni anche multimediali ci proiettano nei campi di battaglia e l'atmosfera pesante e muta presente negli ossari è toccante... dopo questa visita storico-culturale ci riavviamo verso l'albergo, con in testa un sacco di riflessioni sull'essere umano....

Continuando la nostra esplorazione monumentale del versante ovest del lago di Garda, il giorno successivo non potevamo perderci il Vittoriale di D' Annunzio, un complesso che supera ogni aspettativa di bellezza immaginata a proposito e lascia a bocca aperta per i suoi giardini, i suoi edifici, il suo teatro all'aperto, la sua "nave in giardino", e tutto ciò che lo compone. Un luogo incantato, immerso nel verde con panorami mozzafiato, dove il culto del bello regna sovrano. La casa di D'Annunzio è incredibile e surreale, e noi rimaniamo totalmente affascinati da questa visita. Nel tragitto del rientro facciamo una breve sosta a Salò gustandoci la sua bella passeggiata lungolago.
Ossario di San Martino della Battaglia

Il giorno successivo ripartiamo verso nord e la prima sosta che facciamo è molto vicina a Moniga... la rocca di Manerba. Io penso che non sia molto nota ed è un vero peccato perchè la sua storia e il suo panorama sono veramente belli. E' un parco archeologico e naturalistico su uno sperone roccioso proteso a picco sulla sponda sud-occidentale del lago di Garda dove, camminando in mezzo alle rovine di una fortificazione medioevale, si può ammirare uno spettacolare panorama. I ruderi del Castello sono sormontati da una grande croce, e si accede facilmente alla rocca attraverso un sentiero che parte dal parcheggio accanto al piccolo museo che attraversa il parco. Fa sempre molto caldo, ma la giornata limpida e il cielo terso ci permettono di ammirare il panorama in tutta la sua bellezza. E' bellissimo e ci soffermiamo con calma tutta la mattina dando uno sguardo veloce anche al piccolo museo. Nel pomeriggio ripartiamo sulla gardesana in direzione Limone del Garda, un paesino molto pittoresco aperto sul lago, dal fascino unico. Scopriamo che per la sua particolare posizione fino agli anni '40 era raggiungibile solo via lago o tramite le montagne ed era un pò confinato nel suo isolamento... mentre attualmente è una delle località turistiche più frequentate  della riviera ovest.
Panorama dalla Rocca di Manerba
Il paese è famoso per le sue limonaie, visibili e coltivate in terrazzi sopra l'abitato, il suo olio d'oliva e la longevità dei suoi abitanti... ci godiamo ogni angolo, ogni scalinata che sfocia in piccole piazzette, dalle quali a loro volta si diramano viuzze magiche in spazi limitati che il sole fa fatica ad illuminare... angoli suggestivi e antiche casine che si stringono intorno al grazioso porticciolo conservano un'atmosfera unica, un'altro gioiellino di questo versante del Lago di Garda. Ormai la nostra avventura è quasi giunta al termine, e dedichiamo gli ultimi giorni a Desenzano e a Sirmione, cercando di goderci il più possibile il contatto con il lago.

Porto di Desenzano
Appena arriviamo a Desenzano abbiamo subito l'impressione di una piccola città: nel suo bel lungo lago con tanto di porto e nella parallela strada interna c'è molta vita e movimento. Vetrine, gelaterie, locali, bar e chioschi sono molto presenti ma noi qui ci soffermiamo poco, se non il tempo di uno spuntino e una passeggiata "esplorativa".  Ovviamente ci colpisce molto di più Sirmione, anche se sembra sempre molto affollata. Un antico borgo edificato su una stretta e lunga penisola sospeso in mezzo al basso lago di Garda. Arrivando al centro storico, sull'estremità nord di questa lingua di terra a cui si ha accesso solo grazie a un ponte, la prima cosa che ci sovrasta è il suo famoso castello Scaligero in perfetto stato di conservazione che sembra darci il benvenuto. Ci inoltriamo nonostante il caldo e la folla e scopriamo questo caratteristico borgo, dove si fondono storia di diverse epoche e bellezza paesaggistica. Veramente unico. 

Questa nostra ultima avventura sul versante ovest del lago si concluderà il giorno dopo con il rientro a casa. Questi luoghi, a cui sono particolarmente affezionata e che ho frequentato molte volte, mi lasciano sempre bellissimi ricordi e la piacevole sensazione di "sentirmi a casa". E il solito pensiero in testa, quello di non riuscire a valorizzare abbastanza i nostri paesaggi, la nostra storia e i nostri incommensurabili patrimoni artistici e naturali, spesso sottovalutati e mal tenuti da noi italiani stessi, o addirittura ignorati non conoscendo neanche la loro esistenza.